Lecco mercato cittadino – Dove è meglio farlo?
Guardare indietro per migliorare in avanti
La Piccola è piccola solo di nome, ma di fatto è la soluzione migliore
Vi spieghiamo il perché
Il mercato cittadino è un argomento che ritorna periodicamente sui giornali e si parla sempre di dove sia meglio: i nostalgici del centro storico e la scelta attuale dell’area della Piccola.
Desideriamo fare alcuni passi indietro e spiegare perché la scelta attuale dell’area della Piccola sia la soluzione migliore.
L’area della Piccola e il Mercato degli ambulanti
È riemerso recentemente, a seguito delle restrizioni imposte dal COVID 19, il problema del mercato degli ambulanti ed è pure riemersa la proposta di riportare il mercato in centro città.
C’è da fare, a monte, una riflessione sulle prospettive e sul significato non solo economico ma anche culturale di un servizio storicamente consolidato e radicato, non solo nella città di Lecco, ma anche in altre città di media o grande dimensione.
Il mercato è luogo di:
- incontro tra chi offre prodotti diversificati e novità che vengono presentate ai possibili acquirenti
- concorrenza per accaparrarsi i clienti con la merce migliore o con i prezzi più convenienti immediatamente confrontabili
- incontro, di conoscenza, di contatti personali e quindi di arricchimento reciproco in termini sociali
e consente a chi non dispone di grossi capitali per aprire un negozio di avviare almeno una attività commerciale disponendo solo di poche risorse.
L’area del mercato dovrebbe riservare uno spazio apposito, addirittura verde, in cui poter sostare e ritrovare amici e conoscenti.
Il mercato deve quindi avere la possibilità di ospitare non solo i tradizionali operatori, che hanno maturato esperienza, tradizione e clientela, ma deve offrire spazi anche a coloro che avviano una attività commerciale con limitate possibilità e modeste attrezzature iniziali.
Forse è proprio in questo modo che si può prospettare un futuro per il mercato.
Se per poter trasferire il mercato in centro si deve forzatamente ridurre il numero di operatori si rischia di fare del mercato un luogo di élite e di attività esclusiva o riservata a pochi, cioè a coloro che grazie alle conoscenze e all’anzianità hanno la forza di escludere i più deboli, gli stranieri, quelli che potrebbero effettivamente esercitare una concorrenza sia merceologica che di prezzi.
Questo è probabilmente quanto avviene nel trasformare un mercato all’aperto in un mercato coperto, dove le postazioni sono numerate e limitate e dove, ovviamente vanno ad insediarsi coloro che vantano tradizioni e affari di livello elevato.
Il mercato coperto diviene una sorta di supermercato, a tempo pieno, con costi di gestione elevati, con una blindatura corporativa in cui non è facile inserirsi.
Il mercato in centro
Motivi per riportare in centro il mercato se ne possono trovare.
C’è anche chi durante la prima amministrazione Brivio, pur facendo parte della maggioranza, sbraitava e sobillava gli ambulanti a prendere posizione nei confronti del Sindaco che, viste le condizioni dell’area, avrebbe dovuto dimettersi.
Poi il problema mercato è diventato silente al punto che non si sono più fatte nemmeno le righe dei parcheggi, non si sono razionalizzati gli spazi disponibili, non si sono falciate neppure le erbacce, e i binari della ferrovia sono rimasti a disposizione di chiunque avesse voluto percorrerne a piedi qualche tratto o attraversarli per andare oltre.
Ora le sollecitazioni a spostare tutto in centro sono riemerse prepotentemente con argomentazioni già sentite e già risultate non praticabili.
La posizione espressa recentemente dal Sindaco, pacata e realistica, è del tutto condivisibile.
Infatti le controindicazioni e gli ostacoli per il mercato in centro sembrano avere un peso notevolmente maggiore.
Il mercato ha bisogno di:
- accessibilità per gli operatori per l’apertura e la chiusura del mercato: le strade del centro non sono adatte a tali operazioni perché non consentono spazi di manovra adeguati alle necessità per i calibri stradali delle strade che dovrebbero ospitare le postazioni.
- servizi comuni ben organizzati, accessibili, controllabili, sicuri: allacciamenti elettrici, illuminazione, servizi igienici per gli operatori e per gli acquirenti, spazi adeguati e distanze di rispetto anche senza le precauzioni imposte dalla pandemia di coronavirus.
- un’ampia area di parcheggio per l’utenza, oggi misurabile dall’utilizzo del grande parcheggio tra la via Ghislanzoni e la ferrovia che nei giorni di mercato risulta pressoché saturo.
Dove andrebbero a parcheggiare queste auto nel caso i banchi e gli automezzi fossero trasferiti in centro?
Gli spazi da destinare al mercato sono infatti i medesimi (Piazza Affari, Piazza Mazzini, Viale Costituzione, Controviale di Viale Dante) normalmente occupati da auto in sosta?
La prospettiva di ritorno del Tribunale in Via Cornelio avrà certamente un impatto notevole sul centro città per la necessità della sosta. - di una delimitazione precisa in un’area adibita ed attrezzata allo scopo che richiede di essere ripulita rapidamente al temine della giornata e in cui non ci può essere compresenza di circolazione privata e attività mercatale.
E per i residenti ed i commercianti quale sarebbe l’impatto del mercato in centro?
- L’installazione del mercato nelle vie centrali andrebbe a cozzare con le esigenze di mobilità di tutti i residenti automuniti e di tutte le attività commerciali alle quali sarebbe precluso il rifornimento di merce per tutto l’arco della giornata.
- Le attività commerciali del centro, ad esclusione dei bar, sarebbero fortemente penalizzate nei giorni di mercato per le difficoltà di accesso per la propria clientela, diversa da quella del mercato, e per i disservizi che dovrebbero subire dalla presenza ingombrante degli stalli ambulanti.
Il mercato alla Piccola
Grazie anche all’insediamento del Politecnico la “Piccola” è da considerare ormai area prossima al centro tant’è che molti frequentatori della città parcheggiano l’auto proprio lì e si spostano poi a piedi nonostante i percorsi pedonali (via Ghislanzoni) non siano proprio agevoli e invitanti.
La Piccola è servita dalle linee del trasporto pubblico locale e non è molto distante dalla stazione FS e dai capolinea dei bus extraurbani.
La dimensione della Piccola (il nome che si riferisce alla velocità, non alla dimensione) consente una organizzazione efficace ed efficiente e dispone di spazi cuscinetto che possono essere utilizzati occasionalmente da operatori che non hanno assiduità di presenza ma che possono trovare comunque uno spazio per operare dignitosamente.
L’area può essere attrezzata con i necessari servizi (acqua, energia, rete telematica, telecamere) senza interferire con la viabilità ordinaria del centro città.
La vicinanza dell’Università e la presenza dei giovani studenti possono offrire sinergie di reciproco interesse.
Tutte le considerazioni che si possono fare sull’area della Piccola a conferma della sua destinazione al mercato hanno come presupposto che non si consideri l’area nelle condizioni in cui si trova attualmente e in cui è rimasta per lunghi anni, ma che sia frutto di un grande e riqualificante progetto.
Qualcuno vede nel progressivo abbandono degli operatori locali la fine del mercato o la sua dequalificazione.
L’aver lasciato l’area e le sue attrezzature nelle condizioni di progressivo degrado e abbandono, senza strutture, senza servizi, può avere certamente influito sulla decisione da parte di qualche operatore di abbandonare prematuramente l’attività.
Di fronte ad una proposta credibile di riqualificazione e razionalizzazione del sito e dei relativi impianti l’emorragia degli operatori e della clientela potrebbe arrestarsi e forse anche subire un’inversione.
La Piccola come area strategica per il futuro della città
Sull’area della Piccola si sono fatti alcuni tentativi e alcune proposte nel corso degli anni.
- Comune di Lecco / prima della Amministrazione Brivio
Concorso di idee per dare una prospettiva a quello che allora è passato come accordo di programma tra Politecnico e Comune di Lecco.
Il concorso di idee ha visto la partecipazione di numerosi gruppi di progettazione, le idee lanciate sono state molteplici, alcune banali, alcune affascinanti.
Al gruppo vincitore è stato riconosciuto un premio in denaro con la prospettiva che avrebbe poi contribuito alla stesura del progetto definitivo ed esecutivo.
Tutto è finito in fondo a uno scaffale e dimenticato.
- Nuova Amministrazione che si insedierà entro fine 2020 / cosa dovrà fare?
Farà bene a rispolverare le carte e a riaprire i fascicoli, se non altro per trovare stimoli tali da portare a risultati ancora migliori di quelli proposti dai concorrenti di allora (oltre 10 anni fa).
Le proposte più interessanti hanno previsto di interrare le auto in sosta (uno o addirittura due piani interrati) per rendere disponibile tutta la superficie ad altri usi.
Il parcheggio interrato prevede il collegamento diretto con la via Arlenico sottopassando la ferrovia, e un collegamento diretto in asse con la via Digione.
I fabbricati vincolati delle Ferrovie sono destinati a rimanere ma ad essere valorizzati e riutilizzati sia per servizi alle funzioni del mercato sia per altre necessità.
Sul fronte di via Ghislanzoni, in quel tratto pedonalizzata, si sono proposti spazi commerciali ad uso degli studenti del Politecnico, ma non solo.
La superficie, sgomberata dalle auto consentirebbe oltre all’insediamento di qualche struttura importante (si proponeva una nuova biblioteca civica o un auditorium) potrebbe essere usata per il mercato (nei giorni di mercato) e per altri usi negli altri giorni (attività ludico sportiva, spazi aperti di socializzazione, spettacoli all’aperto, ecc.)
Quando si liberarono gli spazi delle aree ex Badoni ed ex Caleotto ci fu gran movimento e dibattito in città.
A pochi anni di distanza, dopo aver visto sorgere i palazzoni e le torri, molti hanno affermato che è stata persa un’occasione per qualificare una grossa fetta di città.
Ora potremmo trovarci nelle medesime condizioni.
Vediamo di non lasciare ai lecchesi di domani una ulteriore occasione di rimpianto anche per l’area della Piccola.
14 giugno 2020